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Inaugurazione pinturetta San Giuliano


INAUGURAZIONE PINTURETTA DEDICATA A SAN GIULIANO

Piazzale Umberto Peschi

Si è svolta ieri 26 agosto nel Piazzale antistante la Parrocchia l'inaugurazione della Pinturetta dedicata a San Giuliano dell'artista Silvio Craia e donata dal CIF (Centro Italiano Femminile), nell'ambito di un più articolato progetto che prevede la sistemazione di altre opere in punti caratteristici della città.

Alla cerimonia hanno partecipato l'Assessore Monteverde, numerosi artisti, il Parroco, Don Andres, e tanti parrocchiani, che con la loro presenza hanno espresso sentimenti di appartenenza e di comunità.
Don Andres ha proceduto alla benedizione dell'opera, mentre l'Assessore ha tagliato il nastro sottolineando l'elevato pregio artistico della pinturetta. Altri artisti hanno offerto un commento culturale dell'arte di Craia ed è stato letto uno scritto, di seguito riportato, teso ad evidenziare i valori  umani, cristiani e sociali espressi da Silvio Craia e che ne caratterizzano la personalità.

Al termine è stata offerta una gradita merenda, che ha intrattenuto a lungo  i presenti con tanta cordialità ed amicizia, animando il piazzale e conferendo quella auspicata vivacità, favorita da una gradevole temperatura, che incoraggiava le conversazioni.

Don Andres al momento della benedizione
 
 
Testo letto durante la cerimonia

Vorrei esprimere il mio grazie a Silvio Craia per aver voluto offrire una così tanto suggestiva opera dedicata a San Giuliano al nostro quartiere e in questa significativa posizione,davanti al Piazzale della nostra Parrocchia, di fronte all’altrettanto importante opera di Umberto Peschi, amico di Craia a cui è intitolato questo Piazzale.

Ho preparato un breve e lacunoso scritto su Silvio Craia e non poteva non essere lacunoso stante la sua numerosa produzione, i tanti riconoscimenti ottenuti, la sua figura di protagonista di un nuovo modo di intendere l’arte.

Silvio Craia è nato a Corridonia il 28.2.1937, i grandi uomini non possono nascondere la loro data di nascita. Vive nel nostro quartiere, in Via Valerio, frequenta la nostra parrocchia e collabora alle iniziative, tutto questo ci riempie di soddisfazione e ci inorgoglisce.

Ha frequentato l’Istituto d’arte di Macerata, oggi Liceo artistico.

Negli anni ’50  si evidenzia nel suo delineare essenzialmente i paesaggi.

Negli anni ’60 partecipa ad una rivoluzione dell’arte: fonda il gruppo Agrà e di afferma con le sue idrologie dove accomuna elementi naturali come l’acqua con elementi di scarto come i plexiglas.

Propugna l’arte come fusione di più discipline. Si afferma tra i maggiori artisti del futurismo e delle avanguardie storiche europee, tanto che la scuola di Macerata, in quegli anni viene accumunata a quelle di Roma Milano e Firenze, quindi un grande orgoglio per Macerata di affermarsi con un artista di tanta fama. Negli anni ’70 e ’80 il Sole 24  Ore pone Macerata all’ottavo posto per iniziative culturali ed artistiche. A questo proposito vorrei ricordare un grande amico dell’arte Elverio Maurizi, Vice Prefetto, che tanto si impegnò per il raggiungimento di questi brillanti risultati.

La vocazione del recupero dello scarto caratterizza la personalità artistica di Craia: portare l’oggetto abbandonato ad essere scelto e innalzato ad opera d’arte. Come non poter richiamare la frase del Vangelo “la pietra scartata dai costruttori è divenuta pietra d’angolo!”

Ben presto l’arte di Craia si libera di ogni traccia figurativa , si distacca dal realismo, i colori diventano sempre più intensi e si formano immagini nelle quali ognuno può intravedere il reale significato. Non è quindi un’arte, espressione di individualismo, di chiusura in se stesso, ma un offrirsi all’altro, un coinvolgere l’altro, offrendogli una vasta gamma di libertà valutativa e di acquisizione di sentimenti personali, che la sua opera può suscitare.

In quest’ambito si collocano anche le cassette dell’orto-frutta utilizzate da Craia come fondo per le sue opere. La base è trattata, ma lasciata integra nella sua struttura, con le fessure dovute ai legnetti non perfettamente allineati, così che l’opera si adatta al fondo con le conseguenti interruzioni dell’immagine, provocando un superamento del simbolo del quadro, andando oltre. Un avvicinamento all’uomo, corpo-anima: una cassetta accantonata usata per un’arte che porta lontano in alto verso l’infinito, la sublimazione dell’oggetto, come la nostra anima che spiritualizza il corpo innalzandosi verso il cielo.

Nell’impossibilità di menzionare i riconoscimenti ottenuti da Silvio Craia vorrei ricordarne qualcuno che evidenzia il suo spirito:

·         Il premio Mediterraneo Creatività nel 2011, ottenuto ad Assisi e ideato per promuovere l’arte come stimolo e unità tra i popoli;

·         Il premio Comunicare l’Europa ottenuto nella Sala Mercede della Camera dei Deputati

·         La partecipazione nel maggio scorso all’Expo di Milano con il Festival Art di Spoleto;

Infine mi piace riportare il giudizio della critica su un suo grande piatto in ceramica presentato a luglio scorso negli storici ambienti della biblioteca di Macerata contraddistinto da chiazze rosse,nere e bianche: “tinte tanto intense da far male agli occhi…….segni di un raptus di folle felicità!” Ed è proprio la felicità, la gioia, l’allegria  che l’arte di Silvio Craia vuole suscitare, coinvolgendo quante più persone possibile, in una frenesia che vince l’apatia, vince la morte.

Concludo allora rinnovando il grazie per il linguaggio espresso da Craia nella sua arte che costituisce la risposta neo-umanistica ad un’epoca caratterizzata da una caduta libera dei valori umani.

 

Giorgio Iacobone

 

Macerata 26 agosto 2015
L'Assessore Monteverde taglia il nastro
 
in primo piano l'Assessore Monteverde